• permette la sintesi della vitamina D, l'unica che il corpo umano riesce ad autoprodurre. Tale vitamina è indispensabile per il corretto assorbimento di calcio e fosforo, e il loro utilizzo nei processi del corpo umano, soprattutto nelle ossa;
• migliora la pelle: la cute diviene più resistente in quanto aumenta lo spessore dello strato corneo. Inoltre il sole ha effetti benefici su numerose malattie della pelle come psoriasi, dermatite atopica e seborroica, vitiligine, ecc.;
• rinforza il sistema immunitario: i raggi solari aumentano la quantità di anticorpi presenti nel sangue, e anche la capacità del corpo di combattere malattie infettive e virali;
• migliora i tessuti: se assunti con la dovuta moderazione, i raggi solari favoriscono il ricambio cellulare e la circolazione sanguigna. Per questo motivo le persone abbronzate hanno anche un aspetto più sano e tessuti più vitali;
• porta il buonumore: la luce solare attiva nel corpo umano la secrezione di ormoni come la melatonina e la serotonina, che influiscono positivamente sull'umore. In questo senso abbronzarsi è un antidoto contro la depressione.
Autori degli effetti benefici del sole sono i raggi infrarossi, i quali, allo stesso tempo, creano surriscaldamento e quindi disidratazione, con conseguente inaridimento della cute e perdita di elasticità. Certamente questi raggi sono meno dannosi dei raggi UV, responsabili tra le altre cose dell'incremento dei tumori della pelle.
UV è l'abbreviazione standard per "ultravioletto" ed è bene sapere che non tutti i raggi solari abbronzano e ogni tipologia svolge una specifica azione. Esistono 3 tipi di raggi UV divisi in base alla loro lunghezza d'onda: UVA, UVB e UVC.
• I raggi UVC dovrebbero essere bloccati dalla fascia di ozono, ma la rarefazione dello strato ha risvegliato l'interesse verso queste radiazioni un tempo ritenute d'importanza trascurabile. Fino a pochi anni fa venivano assorbiti dall'atmosfera e non raggiungevano la superficie, se non in minima parte. Attualmente la loro presenza è in crescita.
• I raggi UVA non sono raggi abbronzanti, poiché non stimolano la produzione di melanina. Costituiscono la prima causa di danni cutanei a lungo termine, penetrano in profondità e raggiungono il derma danneggiando le fibre elastiche ed il collagene. Possono procurare nel tempo invecchiamento precoce, macchie cutanee, perdita di tono e rughe.
• I raggi UVB raggiungono gli strati superficiali del derma dove particolari cellule, chiamate melanociti, producono la melanina e quindi l'abbronzatura. Sono i primi responsabili delle scottature. Si fermano a livello dell'epidermide e per questo la loro azione è meno rilevante per l'invecchiamento, ma può causare eritemi e ustioni.
L'organismo risponde alle sollecitazioni da parte delle radiazioni solari stimolando la produzione e facilitando l'affiorare dagli strati più profondi della pelle della melanina, una sostanza di colore scuro che ha la peculiarità di assorbire i raggi ultravioletti, creando una barriera protettiva. Ecco dunque che l'abbronzatura è un meccanismo di difesa.
In ogni caso, non tutti gli individui rispondono allo stesso modo ai raggi solari, la vulnerabilità individuale agli ultravioletti può essere riconosciuta abbastanza facilmente da alcune caratteristiche somatiche oggettive. In particolare il colore della pelle e dei capelli, consente di individuare il cosiddetto fototipo:
Per accontentare tutti, l'industria cosmetica produce in continuazione creme con schermi protettivi elevati, ricchi di sostanze chimiche dannose. Questi filtri, oltre a venire assorbiti dalla pelle, possono impedire la produzione della vitamina D e spegnere le naturali protezioni che l'epidermide, in condizioni ideali, attiverebbe esponendosi al sole. In molti prodotti solari inoltre (anche nei doposole), troppo spesso si trovano antisettici e conservanti potenzialmente cancerogeni, come ad esempio i parabeni. [leggi anche "Il lato oscuro dei solari", tratto da Vivi Consapevole n. 41]
La protezione consigliata, quindi, non è certo quella che troviamo sulle creme solari (che poi sono tutte abbronzanti!), ma riguarda proprio la rigorosità con cui seguire semplici accortezze, o regole di buon senso, per proteggere la propria salute, a partire dall'organismo fisico. Innanzitutto, il corpo ha bisogno di almeno 3 giorni prima che il processo naturale di abbronzatura abbia inizio. Avere un'abbronzatura di base che si sviluppa gradualmente aiuta ad abbronzarsi in modo sicuro ed ad ottenere un colore più intenso, omogeneo e duraturo. Evita poi di esporti nelle ore più calde: verso mezzogiorno i raggi solari giungono sulla terra più perpendicolari e devono attraversare meno atmosfera perciò sono più aggressivi. E sempre, considera tutti i fattori quali la stagione, la natura del luogo (sabbia, acqua, neve che riflettono i raggi), l'altitudine e la latitudine (all'equatore i raggi sono più pericolosi perché più perpendicolari).
Se per lavoro o altre necessità si rimane esposti per tempi prolungati, il rimedio "maglietta chiara e cappellino" è risultato negli anni il più efficiente. Chi comunque desidera aumentare le difese naturali può rifarsi a prodotti altrettanto naturali. Il primo è l'olio extravergine di oliva, che contiene un'alta concentrazione di vitamina E, così come l'olio di ricino e quello di mandorle. In alcuni cosmetici questo potente antiossidante si trova in forma pura con la nomenclatura Tocopheryl Acetate. A seguire ci sono frutta e verdura di stagione, come albicocche, melone, pomodori, ecc. Accompagna il tutto un bel bicchiere d'acqua e magari anche più di uno per rimane bene idratati.
Personalmente preferisco seguire queste indicazioni piuttosto che impazzire a leggere le etichette dei vari prodotti solari (certamente ce ne sono di ottimi, come quelle della Weleda, Remedia, Tea Natura, ecc. e a base di calendula, iperico ecc. ma il mio portafogli non ci arriva ;-) ). A voi la scelta e... buona estate!!